Marion Greener divenne, aka Belle Da Costa Greene.

The Personal Librarian. Un libro da leggere!

Un romanzo basato sulla vita di Belle da Costa Greene, la bibliotecaria personale di J.P. Morgan.

Marion Greener divenne, aka Belle Da Costa Greene. Era alla moda e si rifiutava di vestirsi “come una bibliotecaria”, superando anche alcuni stereotipi dell’epoca. Era curiosa, con la volontà di essere tutto e vivere con le stesse opportunità di un uomo, senza alcuna paura.”Non è solo perché sono una bibliotecaria che devo vestirmi da bibliotecaria”.

 

C’è un libro che dovete assolutamente leggere: The Personal Librarian di Marie Benedict & Victoria Christopher Murray.

 

Ora, non è che sia una gran appassionata del trip sul “passing“, ovvero la capacità di alcuni Mixed di “passare” per bianchi. Ad iniziare dal libro della Larsen, “Passing“,  datato 1929 (ne parlai qui), al film “Imitation of Life” (del 1934 ed aveva come protagonista l’incomparabile Fredi Washington nei panni di Peola, la bambina che voleva essere bianca; anche di questo ne parlai qui), fino al romanzo più recente del 2020 di Britt Bennett , “The Vanishing Half” (anche di questo ve ne parlai qui) ,  il concetto di una persona Mixed che si finge  bianca per sfuggire alla sua nerezza, ormai ha stancato! Poteva andare bene per un’epoca quando questo significava salvarsi la pelle ed acquisire privilegi che altrimenti non sarebbe stato possibile avere, ma oggi, ha un sapore quasi forzato. L’idea che, in fondo, tutti i neri vogliono essere bianchi non regge più in una società dove, in realtà, tutti vogliono diventare ricchi.

 

The Personal Librarian” è un romanzo di fantasia basato sulla vita di Belle da Costa Greene, la bibliotecaria personale di J.P. Morgan. Era la donna responsabile della collezione presso la Pierpont Morgan Library di New York. La biblioteca nacque come libreria personale e collezione d’arte dell’industriale J.P. Morgan, diventando infine un’istituzione pubblica. Belle da Costa Greene era una donna anticonformista e geniale che ha saputo rompere gli schemi della sua epoca, guidata da un’incredibile modernità, dalla passione per i libri, la cultura e una vita glamour in anticipo sui tempi.  Una figura di spicco nel mondo dell’arte e nella società di una New York di inizio Novecento ancora profondamente razzista.

 

 

Era una donna in carriera quando c’erano poche donne in carriera, o, comunque,non poteva annoverarsi tra le Career Women dell’epoca, quasi sempre di provenienza da famiglie ricche o mogli di uomini ricchi. Potenti che davano loro la libertà di fare. Lei, invece, era riuscita da sola a farsi una carriera, senza sacrificare mai la sua femminilità. Non si è mai sposata e ha vissuto la sua vita sotto gli occhi del pubblico, nascondendo un segreto; Belle era nera e passava per bianca, così come i suoi fratelli e la madre. Suo padre, Richard T. Greener, è stato il primo uomo di colore (diverso dal bianco) a laurearsi ad Harvard. Era un avvocato, professore e un attivista  per l’uguaglianza. Dopo che la madre di Belle,  Genevieve Fleet, decise che i loro figli sarebbero passati per bianchi, per avere una migliore istruzione e opportunità di lavoro, il padre abbandonò la famiglia. Belle Marion Greener divenne, così, Belle Da Costa Greene – il nome Da Costa era un’allusione inventata, riferita ad una pseudo  nonna portoghese, che avrebbe dovuto giustificare la carnagione olivastra di Belle. Questo romanzo è un’esplorazione della sua vita straordinaria e degli atteggiamenti  che assunse per mantenere la sua identità di donna bianca.

 

L’intera fortuna della famiglia – dove vivevano, le loro occupazioni, tutto – dipendeva completamente dall’identità bianca di Belle, come le ricordava costantemente sua madre. Quando divenne amica del nipote del finanziere J. Pierpont Morgan ed  entrambi lavoravano nella biblioteca di libri rari a Princeton, il giovane Morgan suggerì a suo zio di considerare Belle come la sua bibliotecaria personale. In un colloquio, qualcosa sull’intelligenza e l’umorismo della giovane donna attirò Morgan: fu assunta su due piedi.

 

“Nessuno può dirmi chi sono, scelgo io il mio destino e mi assumo la responsabilità di tutto ciò” –  Belle Da Costa Greene

 

Quando i due iniziarono a lavorare a stretto contatto, Morgan cominciò a fidarsi della visione e dell’esperienza di Belle. Sapeva che sotto il suo occhio astuto la sua collezione sarebbe stata più di un assortimento di rarità che solo uno degli uomini più ricchi del mondo poteva acquisire. Belle poteva  fornire un importante anello mancante: il contesto. E infatti, la Morgan Library divenne nota come una collezione privata di libri rari, manoscritti e opere d’arte che competeva con stimate istituzioni pubbliche come il British Museum. In quanto volto letterale della biblioteca, Belle divenne un potere a sé stante, corteggiata dai mercanti d’arte, abbracciata dai potenti, profilata come un’elegante carriera in un’epoca in cui le donne che lavoravano erano rare.

 

Ma, come in tutte le cose belle, vi era il rovescio della medaglia: c’era un costo terribile per mantenere quella facciata. Belle venne tagliata fuori dalla sua amata famiglia allargata a Washington. In questo romanzo vediamo le cose che Belle si è negata per mantenere questa identità di bianchezza. Non si sposò mai, pur avendo avuto una grande storia d’amore con il suo amante, Bernard Berenson (sono state conservate 628 lettere su tutta una vita). Non ebbe bambini, ritenendo che non fossero un’opzione e temendo che un bambino nero avrebbe messo in pericolo la parvenza del suo aspetto fisico. Non si associava ai membri della comunità nera di New York.  Sacrifica anche il rapporto con la sua famiglia allargata a Washington D.C. temendo che il suo segreto sarebbe stato svelato. In particolare il padre, le rimprovera di non aver messo il suo successo al servizio della causa nera. “Tu sei riuscita per te, sei la piccola fiamma di una lanterna. Io sto combattendo per l’umanità, tu stai facendo il gioco dei bianchi”, le disse un giorno il padre, ma lei, fedele a sé stessa, al suo scegliersi il destino e al fatto che nessuno può dirle se è bianca o nera, al padre risponde: “Io sono tutto ciò che tu volevi essere e non sei stato”.

 

Belle ha ascoltato i discorsi razzisti e offensivi nel suo ambiente sociale senza reagire. In breve, ha sempre sentito di dover essere consapevole di ciò che la circondava e di essere troppo preparata a rispondere alle domande sulla sua eredità fittizia portoghese e sulla sua storia personale. Belle sapeva che c’era poco spazio per gli errori nella sua vita, ma desiderava ardentemente la connessione umana e l’amore, agendo occasionalmente in modo avventato nel tentativo di sperimentare queste cose. Belle ha vissuto una vita straordinaria, ma ha lottato con l’isolamento e un desiderio insoddisfatto.

 

Prima di morire distrusse gran parte della documentazione e degli articoli che parlavano di lei, ma intimamente non rinnegò mai l’essere nera. Viveva, anche lei, la tipica dualità di noi Mixed, divisa tra due mondi. Questo la rende sensibile ai due mondi, e questo è, al tempo stesso, la sua grande forza e il suo grande dramma, perché non appartiene a nessuno dei due, e tutti noi vogliamo appartenere a qualcosa; lei sceglie di appartenere alla cultura. Ha un’ossessione per i libri, comune a suo padre. Entrambi credono che fuori dalla conoscenza non ci sia possibilità di crescere e di salvarsi. Ha tre concetti fondamentali a cui tiene: conoscere, conservare e trasmettere, unite a una curiosità universale per la bellezza del mondo.

 

 

 

 

Questo romanzo ha avuto come autrici due donne; L’autrice di narrativa storica Marie Benedict e l’autrice di narrativa contemporanea Victoria Christopher Murray.  Benedict, che è bianca, e Murray, che è afroamericana,  hanno fatto un buon lavoro nel rappresentare la fune sulla quale Belle camminava e il suo conflitto interno da entrambe le parti – voler aderire ai desideri di sua madre e muoversi  nel mondo dei  bianchi, potendo dimostrare a suo padre che era orgogliosa della sua razza. Come Belle e il suo datore di lavoro, Benedict e Murray hanno avuto una chimica quasi istantanea e, di conseguenza, la narrativa del libro è senza soluzione di continuità.

 

 

Penso che il romanzo sia stato ben studiato, ben scritto ed è una lettura piacevole. A volte mi sembrava che al romanzo mancasse l’intensità emotiva che mi sarei aspettata da un personaggio che viveva una vita con una posta in gioco così alta. Forse semplicemente non mi sono connessa emotivamente con Belle, quindi l’ho vista come priva di profondità emotiva. Forse questo era semplicemente un riflesso della costante moderazione e controllo emotivo di Belle, o dell’era in cui era ambientato il libro. E nonostante la mia avversione per il tropo del passing, posso dire che è una storia da conoscere. Assolutissimamente.

 

 

 

 

 

Luisa Wizzy Casagrande, Biracial, Bicultural, Mixed & Matched with an Italian and Nigerian Heritage.

Sono un’imprenditrice multidimensionale, poliedrica, multipotenziale, con molti interessi e innumerevoli passioni. Appartengo alla tribù delle “donne rinascimentali” , dinamiche e vibranti e non vorrei che fosse diversamente. Non sono programmata per fare solo una cosa nella vita.

Ho una formazione di Antropologia Biologica, Co-Fondatrice e CVO di DOLOMITES AGGREGATES LINK NIG. LTD, ricercatrice e freelance di studi africani, cultura, tradizione e patrimonio, e fondatrice di Métissage Sangue Misto, un utile WebMag, una comunità riservata, basata sui principi dell’intelligenza Emotiva e Intelligenza Culturale, del mentoring e dell’auto-potenziamento dell’identità delle persone Mixed e multiculturali. Métissage Sangue Misto è stato fondato in Italia, per celebrare e aiutare le persone miste e multiculturali a trovare ispirazione e vivere la propria dualità/pluralità valorizzandole.  IG MBA Métissage Boss Academy , MBA Metissage & Métissage Sangue Misto. , Telegram Channel, e ClubHouse come  @wizzylu), sono spazi sicuri che ho creato, dove navigare in una profonda ricerca di sé stessi attraverso piccole grandi scoperte, condividendo l’esperienza del “vivere misto” ed agendo come un ponte tra due (o più) culture.

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