“My motto is: Always get even. When somebody screws you, screw them back in spades.”

Alcune cosette che possiamo imparare da Donald Trump, senza vergogna!

"Il Manifesting", ovvero l'arte di materializzare qualsiasi desiderio con il "semplice" pensiero!

“My motto is: Always get even. When somebody screws you, screw them back in spades.”

 

L’altra sera stavo guardando una puntata de “I Simpson, la longeva serie animata creata dal fumettista Matt Groening, nella fattispecie, la puntata di Halloween, intitolata “Treehouse of Horror XXXI“, in cui Homer Simpson entra nella cabina elettorale pronto a fare la sua scelta ma, indeciso su chi votare, si convince dopo che la figlia Lisa fa irruzione (con tanto di mascherina) per ricordargli le tante controversie che Donald Trump ha generato nei quattro anni di presidenza.

 

Devo premettere che questa serie mi ha sempre incuriosita perché, sotto forma di cartone animato, è sempre riuscita, in oltre trent’anni, a disanimare la società americana (ma può essere applicata a tutte le Società così dette Occidentali)  con una precisione quasi maniacale e ad influenzare, a livello culturale, linguistico, sociologico, culturale e politico, generazioni di spettatori, con la sola arma dell’umorismo, unico nel suo genere. La genialità di questo cartone sta nel fatto che temi come il bullismo, l’abbandono degli anziani, la superficialità dei media, lo sfruttamento dei lavoratori, la politica corrotta, l’alcolismo ed il bigottismo religioso (giusto per citarne alcuni), non vengono mai denunciati esplicitamente, ma vengono estremizzati fino a farli diventare ridicoli, sfruttando ironia e sarcasmo. Atteggiamento che agli occhi dei più potrebbe risultare diseducativa (anche per la volgarità di un certo tipo di linguaggio) e superficiale, ma che in realtà inducono ad una qualche sorta di riflessione. Oltre a trattare temi importanti, ne I Simpson ci sono numerosi riferimenti artistici e culturali esterni, ad esempio “ospitando” numerose caricature di personaggi famosi, come, per esempio Zuckerberg, Hawking, la Rowling di Harry Potter, ed ovviamente Trump, prevedendo, addirittura la sua presidenza, ancora nel lontano 2000, con “Bart to the future” .

Nel godermi lo spettacolo, mi è venuto naturale riflettere sulla personalità di quest’uomo, odiato da molti, ma sempre in grado di” fare di necessità virtù“, passando attraverso scossoni più o meno distruttivi, sotto i quali, la maggior parte degli esseri umani avrebbe capitolato, non solo la testa, ma anche tutta la propria vita.

 

 

Sia ben chiaro. Oggi non sono qui ad attaccare Donald Trump, né ad esaltare la sua vita o le sue imprese, più o meno eroiche. Non è lo scopo di questo mio scritto. Lo sto, invece, “usando” come esempio per spiegare come l’energia maschile, l’illusione e l’arroganza, distorte, siano state usate per manifestare e realizzare i propri programmi personali e come la determinazione di ognuno di noi possa fare la differenza nel desiderare il meglio dalla propria vita.

 

 

Come self-made entrepreneur, non ho potuto fare a meno di riflettere su come il mondo della motivazione, della formazione e della crescita personale siano oggi, decisamente divisi in due categorie; una, che segue il filone spirituale, dove si insegna che la vera felicità non deriva da quello che hai, ma da chi sei. Si elaborano quindi meccanismi e tecnicismi per raggiungere la felicità tramite la meditazione, lo yoga,  amare il prossimo, il perdono, il raggiungere l’illuminazione e seguendo gli illustri esponenti di questa scuola di pensiero come Deepak Chopra,  Eckhart Tolle, Wayne Dyer e Louise Hay. L’altra, segue il filone del “come diventare ricchi” e ne fanno parte guru come Robert Kyosaki, Warren Buffet, Wallace e, appunto Donald Trump.

 

Cerco di imparare dal passato, ma pianifico sempre il futuro, concentrandomi esclusivamente sul presente. Ecco dove sta il divertimento. D. Trump

 

In comune questi filoni hanno, comunque, l’arte del manifestare, quel principio in base alla quale il pensiero diventa il mezzo più potente per mettere in atto meccanismi altrettanto potenti. Ma non è una semplice lista di obiettivi o desideri, da stilare su un foglio di carta, nell’attesa di una qualche realizzazione, bensì una pratica che richiede uno sforzo personale attivo. Più precisamente, va messa in conto una riprogrammazione cognitiva ed energetica, oltre a una buona dose di fiducia e pazienza e l’uso di frasi che mettono l’accento sulla propria capacità di azione.

 

Maestro, con una certa autorevolezza  nel creare ricchezza, è sicuramente Donald Trump, perché è uno degli uomini più ricchi del mondo, ma anche uno degli uomini più carismatici e catalizzatore dell’intero pianeta. Mentre tanti altri, hanno la predica-pretesa di insegnare ad arricchirsi, razzolando, pure, maluccio, lui ha la capacità, che piaccia o no, di smuovere e solleticare una qualche reazione nelle persone. A me qui, però, interessa la sua filosofia di vita, come è riuscito ad impattala nella sua esistenza e quali (quante) lezioncine noi comuni mortali possiamo imparare, o, per lo meno, tenere in considerazione nelle nostre decisioni. Perché di decisioni, alla fine si tratta. E sul potere di decidere ognuno di noi dovrebbe coltivare il perno delle nostre scelte e delle nostre azioni.

 

 

Ecco che, spinta da questa grande curiosità, mi sono letta tre dei suoi libri: How To Get Rich dove ha coniato il mantra “Fight hard, fight always” e Think Big: Make It Happen in Business and Life dove, invece, enfatizza l’arte del “pensare in GRANDE” ed insegna quando sostenere le proprie opinioni in modo aggressivo, indipendentemente da ciò che potrebbero dire i critici o avversari, al fine di massimizzare i propri  risultati personali e professionali. Infine, Think BIG e Kick Ass”, co-scritto con Bill Zanker, un imprenditore che ha imparato queste tattiche in prima persona da Trump, dove mostra come portare un atteggiamento vincente in tutto ciò che si fa.

 

“Non spendere troppo tempo a pianificare o cercare di anticipare e risolvere i problemi prima che si verifichino. Questo è solo un altro tipo di scusa per procrastinare. Fino a quando non inizi, non saprai dove si verificheranno i problemi. Non avrai l’esperienza per risolverli. Invece, entra in azione e risolvi i problemi non appena si presentano.” Donald Trump

 

 

Ricordandovi che Trump non è uno scrittore,  non aspettatevi di leggere libri di alta letteratura, ma ragionamenti e riflessioni sufficienti a porvi le giuste domande su dove state traghettando la vosta vita personale e/o professionale.

 

La capacità di prendere decisioni.

 

Io partirei da una semplice constatazione – domanda e cioè se davvero quello che abbiamo deciso di essere, è quello che avremmo voluto. Tendenzialmente viviamo in una mentalità dove si radica il concetto dell’adattarsi a tutto, pur di starcene in pace. Ma nel fare questo ci abituiamo/adattiamo, rendendo davvero tutto stagnante, convincendoci che qualsiasi desiderio di migliorarsi sia impossibile, annichilendoci a non decidere mai, a non poter scegliere cosa vorremmo davvero, presi dalla paura di sbagliare, e per l’insicurezza di perdere ogni nostro privilegio guadagnato fino a qui. Stiamo a guardare, ad aspettare che qualcosa cambi, senza prenderci la responsabilità di decidere cosa sia meglio e possibile per noi. Cosa vogliamo resta un miraggio. Salvo, poi, renderci conto, quando è troppo tardi, di aver sbagliato molte cose.

 

 

Donald Trump ha fatto della capacità di decidere e del pensare in grande, il fulcro della sua filosofia di vita. Il potere di decidere ha il pregio di cambiare il senso dell’impossibile perché dopo aver stabilito un punto fermo, si ha, poi, la possibilità di attrezzarsi sul come fare a realizzare quella decisione. Allenarsi a decidere è un qualità che tutti dovremmo imparare. Non ci sono scappatoie. O lo si fa da noi oppure lo faranno gli altri per noi.

Il pensare in grande. “Devi pensare, in ogni caso. Allora, perché non pensare in grande?”

E così Trump, con questi due perni iniziali, ci dimostra come sia risultato l’incarnazione del lottatore di successo. Questo suo “pensare in grande” lo ha portato ad essere il Trump che noi tutti conosciamo e, a suo dire, gli ingredienti del suo successo sono un potente focus sull’obiettivo, sulla  passione, sul rischio, sulla vendetta,  sul concludere i contratti giusti (anche nel matrimonio) e sull’imparare dalle storie di successo. Che vi sia simpatico o meno, quest’uomo incarna quel successo conquistato con una grinta e una determinazione senza pari.

 

Conosciamo  tutti persone che hanno tratti simili a Trump e, in genere, li etichettiamo come narcisisti o psicopatici. Ma, proviamo a spogliarci dei giudizi e delle prese di posizione, e cerchiamo, invece, di dare un’occhiata a cosa possiamo imparare da questi archetipi e dalle tecniche che impiegano per creare la loro realtà. Cerchiamo di scindere la personalità dei personaggi in questione, dai loro risultati (quelli che volete raggiungere anche voi). Disfiamoci di quell’ostacolo (l’antipatia verso il personaggio)  che ci impedisce di analizzare e comprendere i segreti del suo successo.

 

 

Le persone di successo vanno ammirate, senza alcun dubbio, per i loro risultati, non certo per il loro modo di essere. L’esempio di Trump è perfetto: ha un carattere e dei modi di fare che non a tutti possono piacere, ma i suoi risultati parlano chiaro. Ha, infatti, raggiunto ogni traguardo che si è prefissato. Ed uno dei modelli comportamentali usati è proprio il “pensare in grande“, un principio, che ha fatto suo sin dalla giovane età. Dice, infatti, che la maggior parte della gente è (stata) abituata a pensare in piccolo e lo fa non perché non ha le potenzialità per pensare in grande, ma perché non ammette una realtà alternativa. Ecco che, ripetendo ogni giorno questo credo come un mantra,  si abitua la mente a pensare in maniera differente e si riesce a scorgere  cose che prima non ci si immaginava nemmeno. Tutto questo avviene, sempre secondo Trump, perché la mente tende ad attirare ed amplificare ciò su cui si focalizza e lo fa tramite dei meccanismi subconsci che la maggior parte della gente ignora.

 

Il successo di Trump, nei più disparati contesti, non è frutto del caso, del destino, del denaro, dell’ambiente. È frutto proprio di questo modello comportamentale di base che guida le sue azioni e, di conseguenza, produce risultati di una certa entità. Ed ecco che quel vecchio adagio di Les Brown, che recita “punta alla Luna, mal che vada avrai vagabondato tra le stelle”, diventa la formula dalla quale partire per infondere una sorta di positività ed abituare la mente a vedere opportunità altrimenti sfuggenti.

 

Pensare in grande: Siete convinti che la possibilità di pensare in grande sia appannaggio esclusivo di coloro che possiedono denaro, titoli accademici, legami importanti o anche solo il dono di un’intelligenza superiore? Non è vero. Chiunque può pensare in grande. (Donald Trump)

 

La gestione ed il raggiungimento degli obiettivi e l’amore per quello che si fa.

“La cosa più importante è la dimensione delle vostre ambizioni. È l’entità delle vostre aspirazioni che determina l’entità del vostro successo. Le cose più importanti sono conoscere bene il vostro mestiere e amare ciò che fate.” (Donald Trump)

 

 

Non si può dire che Trump non sappia gestire i propri ambiziosi obiettivi, e come riesca a farlo, in modo così incisivo, è uno degli argomenti di queste mie riflessioni. Pare che si affidi alla sinergia collaborativa di elementi diversificati, quali la  passione per il proprio lavoro (è constatato che sia il motore di qualunque impresa) e che questi gli permettano di trovare la giusta spinta motivazionale in grado di supportarlo durante tutto il processo di realizzazione dei traguardi designati. Dall’amore per quello che fa, scaturiscono altri elementi come il divertimento, l’eccitazione,  la perseveranza nel non mollare quando un tentativo fallisce e l’energia. L‘idea quindi di un lavoro fatto per passione, quasi come per gioco, in cui l’azione diventa, però, indispensabile per raggiungere qualsiasi obiettivo prefissato, dribblando quella brutta abitudine chiamata procrastinazione, che spesso trattiene le persone indietro. Amando, quindi, quello che si fa, da un lato si provano emozioni che servono ad avanzare sempre più alla scalata verso il successo, dall’altra, nei momenti di sconforto, consente di affrontare meglio le difficoltà donando quella carica in grado di superarle. Porsi obiettivi ambiziosi aiuta  a superare costantemente i propri limiti ed a abituare la mente a cose sempre più grandi.

 

 

Perché, allora,  la maggior parte delle persone non riesce a “Pensare in Grande” ed a raggiungere obiettivi ambiziosi?

 

 

Trump dice che le scuse sono i peggiori nemici, in grado di distruggere l’autostima e di provocare la sindrome del “non sono all’altezza“. Quando entriamo in quel loop in cui permettiamo alla nostra mente di destabilizzarci, dando ascolto ai “se” ed ai “ma”, ai  “non posso”, “non ci riesco”, diamo potere alla maggiore causa di insuccesso tra le tutte le persone del pianeta. Quindi invita a non dare ascolto a queste vocine interiori ed a convertire i nostri pensieri in qualcosa di estremamente positivo, consapevoli del fatto che siamo noi i totali ed unici padroni della nostra mente, e solo noi abbiamo la possibilità di cambiare, a nostro piacimento, quelle leggi che governano la nostra vita, anche se ci sembrano immutabili.

““Le scuse sono un sintomo della paura. Immergiti e fai la cosa che temi di più e la tua paura svanirà. Nessuno nasce con fiducia. Tutta la fiducia è acquisita. Prendi l’abitudine all’azione e la tua fiducia aumenterà “.  Donald Trump, “Think BIG e Kick Ass in Business and Life” (AP Photo/Susan Walsh)

 

Duro lavoro, Positività e Ottimismo

“Le cose più importanti sono conoscere bene il vostro mestiere e amare ciò che fate”. (Donald Trump)

 

Come detto,  senza azione non si può raggiungere nessun obiettivo, ma Trump aggiunge anche che il duro lavoro e l’immenso impegno sono il ponte tra noi ed i nostri obiettivi. Il successo dipende da ciò che si fa oggi. Se ci si lascia andare e si inizia a procrastinare, non si raggiungerà mai i propri traguardi. Inoltre essere ottimisti, cioè avere quella predisposizione mentale che fa sì che ci si orienti positivamente verso una certa cosa, rende il proprio percorso più leggero e fondamentalmente in grado di avere la lucidità necessaria per affrontare i problemi. Problemi come i famosi “no” con cui la maggior parte delle persone si fa bloccare, facendo saltare interi progetti, per Trump non sono accettabili. Lui non si fa bloccare dai “no” che incontra e cerca di trovare soluzioni creative per ottenere un “Sì”.  Una creatività che non è solo positività, ma dare il giusto valore a quel “no” e a ridimensionarlo se necessario. “No” è una parola, come “Sì”, ma possono essere anche gli ostacoli, i fallimenti e gli insuccessi – dice – e dobbiamo trovare il modo per continuare a provare nonostante tutti i “no” che incontriamo.

 

 

Ciò che mi ha sorpreso maggiormente è che molti modelli comportamentali di Trump sono dentro la testa della maggior parte degli uomini e donne di successo,  pur non avendo frequentato alcuna scuola sul tema né eventi di coaching che oggi vanno tanto di moda. Pure nella mia, che non sono proprio nessuno in fatto di calibro mondiale. Com’è allora che i risultati non sono gli stessi? Qual è l’elemento che fa diventare una persona il più autorevole in fatto di ricchezza/prosperità/business/personalità?

 

 

Trump porta sul tavolo altri elementi piuttosto importanti, quali il pensiero contro- intuitivo per la definizione degli obiettivi, l’importanza di avere un focus, come gestire la pressione, gli ostacoli, gli insuccessi e i fallimenti, nonché, un concetto, oggi molto bistrattato quale è la “resilienza“.

 

 

Quando vogliamo raggiungere un obiettivo – ci spiega – tendiamo a focalizzarci solo su questo, pretendendo che il nostro ragionamento sequenziale sia quello corretto, invece, il più delle volte, è quello sbagliato. La cosa giusta da fare, invece, è iniziare a ragionare in maniera diversa pensando a quell’obiettivo come una serie di azioni che hanno come “conseguenza” il raggiungimento dell’obiettivo stesso. L’esempio più esaustivo che ci porta è quello del nostro desiderio di diventare ricchi. Dice, infatti che l’obiettivo non deve essere il denaro in sé,  ma fare qualcosa che attragga il denaro: creare, ad esempio, un’impresa che soddisfi un bisogno o risolva un problema. L’impresa, poi, attirerà persone (e magari altre imprese) che portano il tanto desiderato denaro.

 

“Siamo abituati a pensare dal centro (l’obiettivo/l’effetto) verso l’esterno (le conseguenze/le cause), invece, contro-intuitivamente, il ragionamento e la focalizzazione vanno dall’esterno (le conseguenze/le cause) verso il centro (l’obiettivo/l’effetto). Se vogliamo raggiungere l’effetto dobbiamo prima trovare le cause. Quando ci focalizzeremo sulle conseguenze, ossia sulle cause che producono un certo effetto, raggiungeremo l’obiettivo. E questo è valido per tutti gli obiettivi, sia di business che personali.”

 

 

Avere poi un focus sembra sia lo strumento più immediato per raggiungere risultati di eccellenza, restando totalmente concentrati sulla meta da raggiungere. Dalle parole di Trump si evincono due modalità di focus: ciò che gli piace fare (ciò che lo fa stare bene) e le soluzioni (non sui problemi). Due lati della stessa medaglia. Concentrandosi su ciò che gli piace fare, lo dice lui stesso, si sente meno stressato e questo aspetto è importantissimo. Lavorando su obiettivi di una certa entità si potrebbe facilmente avere un crollo. Invece concentrandosi su ciò che si ama fare e su ciò che fa star bene, ci si ricarica le batterie e si ha nuova linfa vitale per portare avanti i propri obiettivi.  Se ci si concentra sul problema, quel problema si espanderà generando conseguenze di difficile risoluzione. Se invece di concentrarsi sul problema ci si concentra sulla soluzione, sarà quella a espandersi, consentendo di trovare nuove e creative vie per raggiungere gli obiettivi prefissati.

 

 

Un’attenzione particolare, e decisamente singolare, è il modo di Trump di gestire la pressione. Egli usa la fragilità della vita come spinta motivazionale per reggere alle fasi negative. Ricordare la fragilità della vita e la sua brevità consente di oltrepassare quelle barriere mentali che si incontrano quando si decide di superare la propria zona di comfort, di superare un proprio limite. Quando si è assaliti dalla paura di qualcosa, bisognerebbe ricordare che abbiamo un tempo limitato in questa dimensione,  e dobbiamo cercare di sfruttarlo al meglio. Se si presenta un problema e può essere risolto, è inutile preoccuparsi dato che si può risolvere. Stessa cosa se non si può risolvere (detto buddista), anzi, preoccuparsi serve solo ad accentuare la mancanza di concentrazione sulle eventuali soluzioni.

 

 

“La vita è breve. Calcola i rischi e rischia per raggiungere i tuoi sogni, desideri e obiettivi”. Lo stesso vale per il suo modo di gestire gli eventi negativi come gli ostacoli, i problemi e gli  insuccessi. Le  persone di successo sono tali in quanto “non è quello che possiedono a renderle persone di successo, ma è la loro mente. È quello che pensano, è come agiscono e reagiscono agli eventi, è come si comportano a renderle persone straordinarie”. Un elemento comune a costoro è il fatto che hanno la grandissima capacità di imparare dai loro errori, insuccessi e fallimenti. Non si scoraggiano, ma continuano a provare fino a quando non hanno raggiunto quello che si sono prefissati. Questa è, con tutta probabilità, la loro qualità più grande. Queste persone sono consapevoli del fatto che non ci sono successi senza insuccessi. Anzi molti di loro amano gli insuccessi perché comprendono che ogni insuccesso è un passo avanti verso il successo stesso.

 

Ecco che, miracolosamente, compare la parolina magica usata da tutti, oggi, indifferentemente! La Resilienza!: quell’atteggiamento che si traduce nella capacità di un individuo di fronteggiare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà; la capacità di affrontare, resistere e riorganizzare in maniera positiva la propria vita dopo aver subito eventi particolarmente negativi e traumatici. E’ una funzione psichica che si modifica nel tempo in rapporto all’esperienza, ai vissuti e, soprattutto, al cambiamento dei meccanismi mentali che la sottendono. Non è da confondere con la parola resistenza, ossia la capacità di resistere – quindi di opporsi, non di adattarsi – a particolari fattori, pur sempre di natura negativa o comunque in grado di perturbare le condizioni di normalità. Trump ha dimostrato di essere una persona resiliente, perché non ha mollato mai, né si è arreso dinnanzi agli ostacoli, trovando, al contrario, la forza di andare avanti ed è stato capace di trasformare gli eventi negativi subiti, in fonti di apprendimento che gli hanno consentito di acquisire competenze utili per rendere la propria vita quella che oggi conosciamo.

 

 

La maggior parte delle persone, alla prima sconfitta, molla l’intero progetto che aveva deciso di realizzare, arrendendosi davanti agli ostacoli che inevitabilmente si sono trovati di fronte, incapaci di superarli, o di aggirarli. Ciò che fa la differenza con le persone resilienti è proprio la consapevolezza di questi ultimi che le difficoltà vanno superate e bisogna superarle ad ogni costo. Ed è questo il modello comportamentale di Donald Trump, un uomo resiliente, che ha fatto dei vari fattori individuali, sociali e relazionali, una spada per ottenere ciò che vuole.

 

I Fattori sociali in cui era ben integrato e dalla quale ha ricevuto un adeguato supporto,  quelli relazionali, caratterizzati dalla qualità delle relazioni intessute ed instaurate ed i Fattori individuali, quali ottimismo (inteso come interpretare gli eventi negativi e i problemi che ne derivano come un qualcosa di transitorio che, pur tuttavia, fanno inevitabilmente parte della vita), l’autostima, la capacità di risolvere i problemi, la capacità di comunicazione, strategie di “coping” (meccanismi psicologici adattativi che vengono messi in pratica per fronteggiare problemi e stress), empatia e senso dell’umorismo (inteso come tendenza a mantenere una certa distanza dagli eventi negativi, la lucidità necessaria per risolvere i problemi da essi scaturiti) ….. tutti questi fattori hanno sicuramente facilitato le sue capacità e abilità nel diventare il tycoon che oggi è. Ed io ho ripassato un bel po’ di “how to do” rilegati nell’anticamera del mio cervelletto!

 

Mettete da parte l’invidia per quest’uomo ed i pregiudizi sulla sua persona (che non interessano), e provate a riflettere sulle grandi abilità di quest’uomo. Ricordatevi, invece, che l’invidia nasce quando uno è desideroso, ma non ha prospettive. Voi le prospettive ce l’avete, no?

 

 

Chi ha fallito spesso sa come evitare fallimenti futuri. Chi conosce solo il successo può cadere nella più semplice delle trappole. (Randy Pausch)

 

 

@Wizzy, Afro Bodhisattva, Entrepreneur, Multipotentialite Wantrepreneur, Physical Anthropologist, Freelance researcher of African Studies, culture, tradition and heritage, CEO Dolomite Aggregates LTD and Founder IG MBA Métissage Boss Academy ,  MBA Metissage & Métissage SangueMisto. 

 

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