Photo Credit: Métissage Sangue Misto

Multi-culturalità, Multi-razzialità e Ragazzi: le mie chicche.

Come ho gestito e affrontato il tema della multi-culturalità-razzialità, ed i suoi inevitabili conflitti, da bambina e con i bambini.

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Da quando è partito ufficialmente, e con una certa serietà, il progetto Métissage Sangue Misto, ricevo sistematicamente quesiti  su come affrontare, parlare e gestire il tema della multiculturalità con i bambini/ragazzi e quale siano le modalità più chiare e semplici per spiegare la diversità etnica, culturale e religiosa. Come amministrare il conflitto che, inevitabilmente, prima o poi, scoppia in piccoli che si trovano a gestire il doppio (e se non di più) del “peso” degli  altri ( metto gli apicetti perché scoprirete che quello che la maggioranza delle persone vede come un peso, è, in realtà, ricchezza, opportunità e possibilità) .

 

Le scuole, oggi, cercano di assicurare la rimozione di qualsiasi forma discriminante, attuando pratiche di accoglienza e promuovendo attività che siano valorizzanti ed integrative. I libri di testo si aprono all’intercultura sempre di più, così come le discipline d’insegnamento, dove gli insegnanti cercano di riorganizzare le materie (come storia o geografia), tramite dei percorsi che siano maggiormente orientati allo studio di culture ed anche diversi luoghi.

 

Avere dei modelli di riferimento sui quali basarsi è teoricamente molto facile, basta ingurgitare  un sacco di libri sull’argomento e navigare il web. Ciò nonostante trovo che, per rispondere esaustivamente a questa domanda,  in modo diretto e preciso, si richiede qualche riflessione in più e, soprattutto, l’esperienza di chi ci è già passato. Educarli, sin da piccolissimi all’incontro con l’altro non basta più per facilitare la conoscenza reciproca e l’interazione.

 

Essere un bambino è difficile. Prendiamo in giro, in continuazione, i nostri figli sulle loro tragedie da “vite difficili“, quando fanno i capricci per mangiare della verdura cotta. E mentre il dilemma della verdura cotta  è pieno di “drammi da bambino“, i bambini affrontano davvero alcune sfide difficili. I ragazzi bi-multirazziali affrontano sfide doppiamente più difficili.

 

Il mito del tragic mulatto” ci vuole bambini inevitabilmente disadattati, combattuti,  arrabbiati perché non ci adattiamo, né alla società nera né a quella bianca.  In realtà, tutto questo rimarrà un mito, se al loro fianco vi sono genitori pro-attivi e sensibili ai bisogni dei loro figli. Se questi stessi genitori sono in grado di guidarli nel loro personale momento di realizzazione. Un’inevitabile realizzazione data dalla comprensione di essere diversi dai loro amici e di essere trattati in modo diverso da loro.

 

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Come bambina e adolescente bi-razziale, ho avuto l’immensa fortuna di avere due genitori eccellenti. Capirono quale fosse la loro vera responsabilità nell’educarmi ed ebbero una lunga visione, tale da poter prevedere, gli ostacoli che avrei incontrato nel mio cammino. La lontananza (ero in un college sin da molto piccolina!) non ha certo favorito questo loro impegno, ma mai e poi mai si sono risparmiati di fare quella telefonata in più (e fare una telefonata dalla Nigeria, mezzo secolo fa, non era certo una passeggiata!) da potermi rassicurare e/o istruire sui vari comportamenti da tenere.

 

Il primo consiglio, quindi che mi sento di dare, come figlia e genitore bi-razziale, è quello di rendersi consapevoli del fatto che la nostra responsabilità di genitori e educatori, è doppia rispetto a quella degli altri genitori mono-razziali. Che, in una famiglia interculturale, è nostra responsabilità insegnare ai giovani  quanto siano preziose le loro differenze. Queste differenze sono ciò che compongono la struttura caratteriale dei nostri bambini e dobbiamo trovare un modo per insegnare loro, positivamente,  questo e la propria unicità individuale.

 

Certamente non è facile insegnare ad amare. A nessuno. Forse, e ne sono assolutamente convinta, le parole servono tanto quanto le azioni a loro seguire.  E questo richiederebbe una capacità di ogni singolo genitore a lavorare, in profondità, sul proprio essere individuo. Ma questo è un altro paio di maniche.

 

Quello che posso semplicemente indicare, secondariamente, e sulla base delle mie esperienze, è l’importanza di circondare i nostri ragazzi con tutto ciò che è diversità. Devono avere la possibilità di vedere, sentire, toccare con mano, il mondo di cui sono circondati; realizzare che sono, sì, unici, ma che nella loro unicità vi sono tutta una serie di sfumature che si ritrovano negli altri.  Mostrare loro tutto questo nei loro libri, nel loro cibo, nel gruppo di amici che frequentano, a scuola, nei film e altro ancora. Ma, fondamentale, tutto questo non deve essere segregato solo nelle loro bi-culture; devono imparare ad essere aperti al mondo, ad essere esposti a più realtà, perché proprio in quell’ambiente si crea un clima di accettazione piuttosto che di intolleranza.

 

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E poi. Guardate l’aspetto positivo. Non è forse eccitante e divertente conoscere nuove culture? Più imparano, più vorranno insegnare ai loro amici! Uno stimolo assolutamente da non sottovalutare!

 

Un altro consiglio che mi sento di elargire, è insegnare loro a rifiutare tutti i messaggi negativi sull’essere dei bambini bi-multi-razziali. È facile, per i bambini, credere ai messaggi che la società trasmette, infiltrando, subdolamente, una sorta di disistima nel loro essere scuri, con i capelli crespi, dalle usanze “strane” e dall’apparente contraddizione e incoerenza. In quanto genitori, è nostro compito instillare in loro la decisa e profonda fiducia necessaria per affrontare qualsiasi attacco negativo in questo senso. Il nostro atteggiamento può fare la differenza. Smantellate l’idea che i bambini multietnici siano destinati a una vita di difficoltà identificando, per loro,  personaggi famosi mixed che ce l’hanno fatta, come gli attori Keanu Reeves e Halle Berry, gli atleti Larissa Iapichino, Colin Kaepernick, Lewis Hamilton o Tiger Woods, scrittori come Alexandre Dumas, cantanti come Bob Marley, Drake, Alicia Keys o  politici come Barack Obama.

 

Più i nostri figli sono a loro agio con se stessi, più è probabile che istruiscano le persone ignoranti, piuttosto che reagire con rabbia. Il mondo e le persone che la compongono, diranno sempre cose cattive e negative. Per quanto ci piacerebbe impedire ai nostri figli di affrontare le brutture delle persone , non c’è niente che possiamo fare se non insegnare loro come rispondere e come reagire. La loro fiducia li aiuterà a sfidare qualsiasi affermazione ignorante, piuttosto che farli soffrire  e auto commiserarsi.

 

Incoraggiamo i nostri figli  a condividere le proprie culture con gli amici. I genitori devono colmare il divario tra incoraggiare i propri figli a sentirsi a proprio agio nella propria pelle e diventare orgogliosi di ciò che li rende unici. Questo può accadere mostrando loro quanto sia divertente condividere le loro culture con i loro amici. Potete trascorrere una serata speciale in cui invitate gli amici dei vostri figli per una festa speciale che include pasti tradizionali, o invitarli a un evento divertente che mostri la vostra cultura o, ancora, a guardare un film straniero insieme alle loro famiglie o ai loro amici (la “tecnica” del “porta un amico” funziona sempre alla grande! Più diventa comune per la tua famiglia fare queste cose, più i tuoi bambini si sentiranno a proprio agio e più è probabile che vorranno mostrarlo ai loro amici.

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Quando un bambino è orgoglioso di qualcosa, lo vuole gridare al mondo intero! Non vedono l’ora di parlarne con persone speciali della loro vita. La cultura dovrebbe essere la stessa cosa.  Se un bambino è ancora a disagio per il fatto che è diverso dai suoi amici, dovremmo essere noi a  incoraggiarlo. Allora scoprirete come i bambini misti tendono a celebrare la diversità e ad apprezzare un’educazione in cui diverse culture hanno avuto un ruolo.

 

Celebriamo sempre il patrimonio multietnico dei nostri figli, quasi come se ogni giorno fosse un giorno di festa. Sappiate che i ragazzi a cui è consentito abbracciare tutte le componenti delle loro origini sono SPESSO i più felici. I bambini multirazziali costretti a scegliere un’unica identità  tendono a soffrire un’espressione inautentica di sé. Sfortunatamente, la società spesso spinge gli individui misti a scegliere una sola identità a causa dell’obsoleta “regola della goccia unica“, che imponeva agli americani di qualsiasi origine africana di essere classificati come neri.  In USA è stata regola univoca fino al 2000, quando  l’US Census Bureau ha permesso ai cittadini di identificarsi con più di una identità.

Il modo in cui i bambini misti si identificano “razzialmente” dipende da una serie di fattori, comprese le caratteristiche fisiche e gli attaccamenti familiari. Due fratelli multietnici che sembrano appartenere a “razze” diverse potrebbero non identificarsi allo stesso modo. I genitori, tuttavia, possono insegnare ai bambini che l’identità razziale è più complicata di come appare all’esterno. Oltre all’aspetto fisico, i bambini misti possono scegliere un’identità razziale in base al genitore con cui trascorrono più tempo. Ciò si rivela particolarmente vero quando le coppie interrazziali si separano, facendo sì che i loro figli vedano un genitore più dell’altro.

 

I coniugi/compagni che si interessano al background culturale del coniuge saranno più attrezzati per insegnare ai figli tutti gli aspetti della loro origine, in caso di separazione. Quindi, molto importante è familiarizzare con le usanze, le religioni e le lingue che giocano un ruolo nel background del proprio coniuge/compagno. D’altra parte, se sei alienato dal tuo patrimonio culturale ma desideri che i tuoi figli lo riconoscano, visita i membri della famiglia più anziani, i musei e il tuo paese di origine (se possibile) per saperne di più. Questo ti consentirà di trasmettere tradizioni ai tuoi figli.

 

Scegli, poi, una scuola che celebri la diversità culturale. È probabile che i vostri figli trascorrano a scuola tanto tempo. Create la migliore esperienza educativa possibile per i bambini multirazziali, iscrivendoli a una scuola che celebri la diversità culturale. Parlate agli insegnanti dei libri che tengono in classe e del programma di istruzione generale. Suggerite loro  di tenere libri in classe con personaggi multietnici. Donate questi libri alla scuola se la biblioteca non li possiede. Parlate con gli insegnanti dei modi per contrastare il bullismo razzista in classe. I genitori possono anche migliorare l’esperienza scolastica dei  figli discutendo con loro i tipi di sfide che probabilmente dovranno affrontare. Ad esempio, i compagni di classe potrebbero chiedere a tuo figlio: “Cosa sei?” Parlate ai bambini del modo migliore per rispondere a queste domande. Ai bambini di razza mista viene anche chiesto comunemente se vengono adottati quando vengono visti con un genitore.

 

C’è una scena nel film del 1959 “Imitation of Life” (Lo Specchio della Vita),  che vi consiglio ASSOLUTISSIMAMENTE DI GUARDARE, in cui un’insegnante non crede che una donna di colore sia la madre di una bambina della sua classe che sembra essere completamente bianca. In alcuni casi, succede che un bambino bi-razziale possa sembrare appartenere a un gruppo etnico completamente diverso da quello dei genitori. Ad esempio, molti bambini eurasiatici vengono scambiati per latini.

 

Prepara i tuoi figli ad affrontare lo shock che i compagni di classe e gli insegnanti possono esprimere quando scoprono il loro background razziale. Insegna loro a non nascondere chi sono per adattarsi agli studenti mono-razziali. Vivi in ​​un quartiere multiculturale. Se hai i mezzi, cerca di vivere in un’area in cui la diversità è la norma. Più una città è diversificata, maggiori sono le possibilità che vi vivano un numero di coppie interrazziali e bambini multietnici. Sebbene vivere in una zona del genere non garantisca che i tuoi figli non affrontino mai problemi a causa della loro eredità, diminuisce le probabilità che tuo figlio venga visto come un’anomalia e la tua famiglia soggetta a sguardi maleducati e altri comportamenti scorretti quando sono in giro. Se questo non fosse possibile, potete gestire molto bene la situazione anche in realtà più piccole, perché dietro l’apparente grugno di diffidenza degli anziani, le nuove generazioni sono comunque più aperte al mondo (grazie ai social) e di conseguenza non avrete particolari problemi a gestire i conflitti in un ambiente più intimo, ma con menti già proiettate nel futuro.

 

Non riuscirete ad evitare ai vostri figli l’esperienza del razzismo. Lo incontrerete ovunque, tutti i giorni, in persone meno sospettabili. Di questo ne dovete tenere conto. Ma non fossilizzarsi in questo shock. Anzi, essere preparati e fornire gli strumenti più giusti ai vostri ragazzi  per riconoscere, negoziare e combattere il razzismo. Possibilmente usare la tecnica dell’educare e non del punire. Succede spessissimo che le persone, soprattutto quelle delle generazioni  più vecchie, usino termini ed espressioni che a loro vedere, sono normalissimi , perché hanno fatto parte del proprio gergo per 60/70/80 anni. Non potete pretendere di punire persone con un background di questo genere, ma potete educarli. Potete insegnare ai vostri ragazzi a non essere mai aggressivi con persone che ignorano il dolore che la parola ne*ro possa recare a chiunque conosca la propria storia ed il proprio retaggio.

 

Trovo l’atteggiamento del continuo attacco un metodo inefficace e improduttivo.  Non fa altro che alimentare reazioni a catena che non portano da nessuna parte, se non nell’oblio del rumore incondizionato. Dovremmo dare l’esempio ai nostri ragazzi, per primi; assumere sempre un atteggiamento di apertura verso l’altro e porlo nel “education mode“, soprattutto verso quelle generazioni che per 60/70/80 anni hanno vissuto certi termini, certi modi di esprimersi e certi gerghi come normali. Non possiamo (e non dobbiamo) avere l’arroganza e la presunzione di infliggere punizioni capitali e/o così detti esemplari, in persone che, bene o male, ci hanno permesso di arrivare dove siamo, con la boria ed il venticello da saputelli che abbiamo oggi. Nostro compito è educarli, guidarli in quella che è la storia ed il motivo per cui certe parole sono, oggi impronunciabili. E se ci troviamo nella condizione in cui la nostra protesta non è accolta, non deve divenire una sorta di guerra tout court. Ci vuole pazienza e tempo. Come ce n’è voluta, da parte loro,  ad insegnarci a farla nel vasetto.

 

Questo dobbiamo trasmettere ai nostri figli. La capacità di gestire conflitti in cui una parte è completamente sorda. Dobbiamo far capire che un conflitto del genere serve a chiarire dei punti inespressi ed è l’occasione per percepire e capire la realtà dal punto di vista dell’altro, non per scaricare le nostre peggiori frustrazioni. E mai e poi mai cadere nell’orribile tranello di  spostare una discussione di questo tipo di contenuti, in attacchi personali sulla persona. Per un bambino è deleterio ed è bene che capisca subito, in modo da relazionarsi nel modo più giusto, la differenza tra i contenuti della discussione e la relazione intercorrente tra chi discute. In un bambino multirazziale questo accorgimento deve essere doppio, perché potrebbe finire oggetto di attacchi verbalmente razzistici. E tra i ragazzi è molto frequente questa situazione in cui quando ci si rende conto di non poter attaccare il ragionamento, si scivola nel  brutto “vizio” di attaccare il ragionatore.

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Quindi, facciamoci vangelo il fatto che il compito principale, nella vita di ognuno, è dare alla luce se stesso. Non insegniamo ai nostri figli l’autostima, ma trasmettiamola, con il nostro esempio, fungendo da base sicura, da cui partire per esplorare il mondo, ed essere un modello di amore e rispetto per sé e per gli altri. Un bambino deve essere innanzitutto amato, e poi riconosciuto e valorizzato nelle sue caratteristiche, peculiarità e origini. Un bimbo visto come “problematico, o di cui ci si accorge solo quando si comporta male, o semplicemente perché ritenuto “diverso“, si vivrà come “cattivo, dunque si comporterà come tale, ricevendo sempre più feedback sulla sua inadeguatezza, non solo a casa, ma anche a scuola e tra i coetanei. Si stabilisce così un circolo vizioso di attribuzioni negative, comportamenti inadeguati, rimproveri e punizioni, che non fa che abbattere ulteriormente la sua autostima. Ecco quindi dove noi genitori/educatori dobbiamo battere il chiodo e perseverare.

 

Educare, Educare e ancora Educare.

 

 

@Wizzy, Afro Bodhisattva, Entrepreneur, Multipotentialite Wantrepreneur, Physical Anthropologist, Freelance researcher of African Studies, culture, tradition and heritage, CEO Dolomite Aggregates LTD and Founder IG MBA Métissage Boss Academy ,  MBA Metissage & Métissage SangueMisto. 

 

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