MISS ZIMBABWE 2023

E' lei. Brook Bruk Jackson, 21 anni, estetista. Bianca.

E’ lei. Brook Bruk Jackson, 21 anni, estetista. Bianca.
Apriti cielo! Sui Social Media è in atto una carneficina di dibattiti in cui alcuni critici sostengono che la sua selezione come vincitrice di Miss Universo Zimbabwe 2023 sia inficiata da pregiudizi razziali. Una parte dei social media ha polemizzato sul fatto che si è assicurata la corona perché bianca, quando, invece, per rappresentare la nazione, avrebbero dovuto scegliere una concorrente nera.
In un continente dove l’eredità del colonialismo è ancora molto viva, si riflette uno standard di bellezza eurocentrico che alimenta problemi come il bleaching (lo sbiancamento della pelle). I concorsi di bellezza qui tendono a imporre certe nozioni preconcette di bellezza eurocentrica e questo vale anche per le donne nere che partecipano e vincono questi concorsi.
Per comprendere appieno il significato della vittoria di Brooke Bruk-Jackson (e delle conseguenti critiche) è necessario approfondire la storia razziale dello Zimbabwe. La nazione, un tempo colonia britannica nota come Rhodesia Meridionale, ha vissuto una lunga lotta per l’indipendenza. Il 𝙍𝙝𝙤𝙙𝙚𝙨𝙞𝙖𝙣 𝘽𝙪𝙨𝙝 𝙒𝙖𝙧, durata dal 1964 al 1979, non è stata solo una lotta contro il dominio coloniale, ma anche contro il dominio della minoranza bianca e la segregazione razziale.
Dopo l’indipendenza, la nazione ha intrapreso un percorso di riconciliazione, ma le cicatrici del passato sono rimaste. Le riforme fondiarie dei primi anni 2000, volte a ridistribuire la terra dalla minoranza bianca alla maggioranza nera, hanno ulteriormente evidenziato le tensioni razziali che ribollivano sotto la superficie.
In questo contesto, il concorso di Miss Universo Zimbabwe, a cui la Jackson parteciperà per default, diventa più di un semplice concorso di bellezza. È una piattaforma in cui vengono messe in mostra le dinamiche razziali della nazione e la scelta della vincitrice può spesso essere vista come un riflesso dell’evoluzione del discorso razziale del Paese.
I concorsi di bellezza hanno storicamente svolto un ruolo nel plasmare gli standard e le norme sociali. Nel caso dello Zimbabwe, il concorso di Miss Universo offre una lente attraverso cui la nazione vede se stessa e i suoi ideali di bellezza, successo e rappresentazione. 𝑳𝒂 𝒔𝒄𝒆𝒍𝒕𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝒗𝒊𝒏𝒄𝒊𝒕𝒓𝒊𝒄𝒆 𝒑𝒖𝒐̀ 𝒓𝒂𝒇𝒇𝒐𝒓𝒛𝒂𝒓𝒆 𝒍𝒆 𝒏𝒐𝒓𝒎𝒆 𝒕𝒓𝒂𝒅𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒂𝒍𝒊 𝒐 𝒔𝒇𝒊𝒅𝒂𝒓𝒍𝒆.
Bruk-Jackson, una donna bianca in un Paese prevalentemente nero, è un simbolo sia di progresso che di contesa. Se da un lato la sua vittoria può essere vista come una testimonianza del cammino dello Zimbabwe verso l’inclusione, dall’altro porta alla ribalta le tensioni razziali irrisolte della nazione. Alcuni critici hanno addirittura sollevato dubbi sulla manipolazione dei voti e sui favoritismi nel processo di selezione.
L’ultima volta che lo Zimbabwe è stato rappresentato al concorso di Miss Universo è stato 22 anni fa. Questa lunga pausa aggiunge un ulteriore significato alla vittoria di Bruk-Jackson. La sua partecipazione alla 72esima edizione di Miss Universo a El Salvador non riguarda solo il suo percorso individuale, ma simboleggia anche il ritorno dello Zimbabwe su un palcoscenico globale.
Mentre lo Zimbabwe si prepara ad affrontare la ribalta mondiale, la nazione ha l’opportunità di mettere in mostra il proprio patrimonio culturale e i passi avanti compiuti verso l’unità e la riconciliazione. Brooke Bruk-Jackson, con la sua posizione unica all’incrocio di queste narrazioni, porta con sé le speranze e le aspirazioni di una nazione che cerca di definire la propria identità nel XXI secolo.
@Luisa Wizzy Casagrande

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