Hair is Power, ovvero il potere di coercizione in una parrucca!

 

 

Tutto mi sarei aspettata stamane, tranne che alzarmi e leggere, su segnalazione di un’amica, un articolo di giornale dal sapore decisamente retrò, e inspiegabilmente targhetizzato ad una sola nazione dei 54 africani.

Non ho potuto fare altro che respirare le fantomatiche dieci volte, sedermi e riflettere sul perché a taluni viene naturale prendere una parte di una storia e trasformarla in qualcosa di fazioso, tendenzioso  e alacremente discutibile.

La Repubblica“, Mercoledì, 19 Agosto 2020

“UN BUSINESS DAI CAPELLI”

“La moda di extention e parrucca fa girare la testa alla Nigeria” – articolo che chiama in causa un altro pezzo apparso sul settimanale britannico Economist.

L’articolo comincia con un incipit che è tutto un programma:

Se fa freddo: ciocche lunghe, sciolte e spesse. Se è umido: un bel bob a taglio medio. Le donne nigeriane fanno spallucce alle rivendicazioni delle femministe afro che denunciano un asservimento agli ideali occidentali di bellezza e negli ultimi anni hanno consegnato al loro paese il primato del mercato mondiale di parrucche ed extention”.

Fanno spallucce“?????? Ok. Cerchiamo di capirci bene. Ma vi inviterei a leggere bene l’articolo di pag 21 del “La Repubblica“, prima di apportare il vostro contributo con commenti e quant’altro, perché potremmo risultare tutti dei personaggi con la coda di paglia o dei noiosissimi puntigliosi attaccabrighe, che alla parola “Africa” innalziamo i pungiglioni, pronti a colpire, a random, il primo malcapitato che spara idiozie.

La prima domanda che mi sono posta è molto semplice, e, magari, mi auguro che la giornalista che ha cercato di fare una costruzione sensata della situazione, possa, esaustivamente, spiegarmi perché, su tutte le nazioni africane, ha scelto proprio la Nigeria. E perché, su tutte le nazioni mondiali che fanno libertinamente uso di extentions e parrucche (USA e Canada in cima alla lista!), si sia focalizzata sulla Nigeria. C’è una ragione particolare?

Se la ragione del grip è che “nel 2018 la Nigeria ha importato oltre 3600 tonnellate di capelli umani, sintetici  e animali“, beh, devo virare subito i dati sciorinati, rammentando che vi sono paesi che ne hanno importati molti di più: al primo posto stanno gli USA, seguono, in ordine, il Canada, l’UK, la Germania (e siamo a già 4 nazioni NON africani, nella hit parade!), il Sud Africa, lo Zimbabwe, il Togo… per poi trovare la Nigeria, sì tra i forti consumatori, ma non certo tra i primissimi posti della classifica mondiale. Potete divertirvi con grafici e numeri sui dati pubblicati dalla più che attendibile “OEC – Observatory of Economic Complexity, nonché dai maggiori giornali economici-finanziari sull’andamento mondiale del commercio, senza farmi passare per un’ingegnere esperto di statistiche sull’andamento dei processi Import-Export, cosa che, ovviamente, non sono.

La seconda domanda è: davvero siamo ridotti a misurare l’esigenza di rivendicazione della nostra identità e delle nostre origini attraverso l’abitudine di indossare una parrucca o meno? Cioè, non passa nemmeno per la zucca che forse, anche noi, come la maggior parte delle donne occidentali, bianche, ne facciamo uso, semplicemente per una questione estetica e non perché vogliamo “assomigliare” forzatamente alle donne bianche??? Tutto deve essere sempre letto in una chiave di asservimento agli ideali occidentali di bellezza?

Cerco di rispondermi da sola. Ma sarebbe davvero interessante avere anche il vostro punto di vista, in un mondo che sembra voler viaggiare a senso unico e trattare tutto ciò che è il mondo black, a mò di fenomeno da baraccone, senza rendersi conto che sul baraccone c’è anche il mondo white, che silenziosamente, fa e disfa, a proprio piacimento, i trend del momento.

Non mi inoltro ulteriormente nelle viscere di questo articolo, perché, appunto, non mi sono ben chiare le finalità di chi lo ha proposto. Mi rimane, però, l’amaro in bocca, per questa facile dicotomia parrucca-donne africane, come se, un’intera pagina di dati piuttosto imprecisi (direi, pure, assolutamente errati), possa, esaustivamente, dare il quadro della reale situazione sull’uso MONDIALE ed di INTERSEZIONALITA’ di questo accessorio.

 

 

Ma facciamo due passi indietro e rinfreschiamo certe menti con una bella filippica sul senso dell’uso delle parrucche. Indigesta, lo so, ma è giusto ricordare a tutti che l’acqua calda è stata scoperta millenni fa.

Nell’antico Egitto, sia i maschi che le femmine indossavano parrucche realizzate con capelli umani, lana di pecora o fibre vegetali, a seconda del loro status sociale. Lo facevano per abbellire la capoccia rasata, un po’ per il clima torrido, un po’ per difendersi dai pidocchi, che a quel tempo era un dilemma. Erano parte dell’abbigliamento quotidiano, indicando lo stato di una persona e il suo ruolo in una società o in politica. Le parrucche da donna erano adornate con trecce e oro, anelli per capelli e ornamenti d’avorio che le rendevano più eleganti delle parrucche da uomo. In definitiva, più la parrucca era elaborata e coinvolta, più alto era il rango sociale.

Altre antiche civiltà, i cui cittadini indossavano parrucche, erano i Greci, i Romani, gli Assiri e i Fenici. Per i romani, in particolare, le parrucche venivano spesso realizzate con capelli di schiavi. Sia le donne che gli uomini romani indossavano parrucche, che fossero calve o no. Le ricche donne romane indossavano spesso posticci, insolitamente elaborati, che aumentavano notevolmente, sia il volume che l’effetto dell’acconciatura. Alcune parrucche erano indossate per sembrare naturali, ma molte erano intenzionalmente “false” con trecce di colori di capelli contrastanti. I capelli preferiti per le parrucche romane provenivano dagli schiavi barbari, con i loro capelli biondi, e dagli schiavi Indiani, con i loro capelli neri.

Al contrario, nelle antiche civiltà dell’Estremo Oriente, tra cui Cina e Giappone, le persone indossavano raramente parrucche, se non gli  attori che si esibivano nei teatri e alcuni tipi di intrattenitrici come le Geisha giapponesi o le Kisaeng coreane.

Nel Medioevo (1200-1400 d.C.) le parrucche persero la loro rilevanza a causa dei tempi difficili. Le donne di solito dovevano avere la testa coperta, la moda era fuori dalle esigenze di tutti e la bellezza era austera. Poi, all’inizio del Rinascimento (1400-1600) l’acconciatura femminile riacquistò importanza e le donne ricominciarono a mostrare i capelli. Invece di coprirsi la testa, adornavano le loro acconciature con veli lucenti e gioielli scintillanti. Ancora una volta le parrucche da donna sono emerse quando la moda e la bellezza sono diventate elementi importanti nella società.

La storia delle parrucche in Francia risale al regno di Luigi Xlll, che divenne prematuramente calvo. Per mascherare la sua calvizie, iniziò ad indossare parrucche elaborate. I documenti storici indicano che la prima associazione di parrucchieri indipendente fu creata nel 1673. La parrucca godeva del più nobile dei pedigree delle corti francesi del XVII secolo di Luigi XIII e Luigi XIV, e divenne un’icona della moda, parte integrante del mondo aristocratico. Alla fine del regno del Re Sole, le parrucche si erano diffuse ben oltre la nobiltà di Francia. I re delle corti reali di tutta Europa indossavano parrucche, ormai una caratteristica essenziale del costume dei nobili europei.

Il XVIII secolo vide parrucche elaborate, con acconciature alte un chilometro, e riccioli altamente decorati. Le parrucche in polvere bianca con lunghi riccioli divennero accessorio comune. Alcune donne fantasiose avevano parrucche con piccole gabbie per uccelli, complete di uccelli, in cima alle loro teste. Questa epoca fu una stravagante esplosione di incredibili acconciature, una reazione completamente opposta alla modestia dei secoli precedenti.

Un altro memorabile reale, nota per le sue parrucche elaborate, era la regina Elisabetta I d’Inghilterra. Le parrucche erano così diffuse che praticamente tutte le élite indossavano parrucche o acconciature elaborate durante questo periodo.

Non sorprende che alla fine del XVIII secolo, vi fosse un alto numero di maestri parrucchieri francesi, dal centro della moda di Parigi ad altre capitali europee. Alla fine, le parrucche non erano più un oggetto di lusso o uno status symbol indossato da pochi privilegiati. Una parrucca più corta e meno elaborata, chiamata “parrucca bob“, era molto popolare nell’America coloniale all’inizio del XVIII secolo.

Entro la fine del XVIII secolo, i giovani iniziarono a portare i capelli naturalmente. Sebbene il look aristocratico e l’uso delle parrucche continuassero, non era più un look alla moda, indossato tutti i giorni, ma riservato a uomini e donne più anziani e più conservatori che venivano presentati a corte. Con i disordini civili in Francia contro gli eccessi della nobiltà e l’associazione tra moda, parrucche e aristocrazia, anche l’importanza delle parrucche in Francia iniziò lentamente a svanire.

Nel frattempo, nelle colonie americane, si continuava a seguire gli ultimi stili di parrucche di Londra e Parigi. Un tipo molto popolare era la parrucca a coda, che compare abbastanza spesso nei vecchi ritratti coloniali. A poco a poco, intorno al 1770, molti uomini smisero di radersi la testa, e le parrucche, ad eccezione di quelle trattenute da professionisti come i giudici, passarono di moda. Gli uomini indossavano di nuovo i propri capelli, anche se erano acconciati più o meno allo stesso modo delle parrucche con sbuffi e rotoli, con code e codini.

Gli anni ’70 dell’Ottocento erano tutti capelli folti, ricci grandi, grandi trecce e grandi chignon solitamente realizzati con altri capelli. Ogni stile prevedeva estensioni di capelli diverse che andavano da minuscoli riccioli arricciati a trecce enormi o interruttori lunghi.

L’inizio del ventesimo secolo ha visto l’uso di più posticci per migliorare le acconciature. Non c’erano parrucchieri da donna ed i barbieri hanno imparato rapidamente a tagliare i capelli delle donne, seguendo tutti gli ultimi stili che le starlette dei film sfoggiavano. Ed arriviamo ai giorni nostri, dove l’uso delle parrucche viene associato alla moda: acconciature, parrucche, vestiti, scarpe, borse si evolvono.

La tecnologia moderna ha reso parrucche sintetiche eleganti e chic alla portata di tutti. I produttori di parrucche sviluppano costantemente una migliore qualità, vestibilità e stile delle parrucche. Quelle di capelli umani consentono la massima versatilità e possibilità di styling, mentre le parrucche sintetiche sembrano capelli umani naturali e sani, ma sono più facili da mantenere e sono meno costose.

Nei paesi occidentali il motivo principale per cui si indossano le parrucche è per comodità o per creare una sorta di attenzione estetica. Molte celebrità hanno basato la loro immagine sull’uso di parrucche. Basta guardare Katie Holmes, Beyoncé, Salma Hayek, Cher, Lady Gaga, Gwen Stefani, Katy Perry, Cardi B, le Kardashian, Katie Holms o Dolly Parton. Proprio la mitica Dolly, famosissima cantautrice Country dei miei tempi, ha affermato: “Ho cercato di tenere i miei capelli sciolti e, per quanto mi piaceva, usavo tinte molto forti fino a quando si sono semplicemente staccati. Ho pensato: Perché non indossare solo le parrucche? In questo modo sono sempre ordinata“. Ovviamente, con il benestare e l’ammirazione del pubblico bianco.

 

 

Perché vi sto tediando con questo lungo ripasso sull’uso delle parrucche nella storia? Perché questo articolo di oggi sembra aver confermato, ancora una volta, come l’associazione parrucche-donne nere risulti completamente naturale ed ovvio al pubblico bianco. Come se fosse una particolarità delle donne black per nascondere la vergogna di essere tali o, peggio, come a voler sottolineare il motivo (chissà perché si parla sempre di voler assoggettare all’ideale di bellezza occidentale ) per cui se ne faccia così grande consumo.  

So benissimo che parecchi di voi, ora, stanno rollando gli occhi all’insù e stanno storcendo il naso, bofonchiando sulla tediosità di queste pseudo-recriminazioni Afro. Beh! Accomodatevi pure. Liberissimi di farlo, ma tenete ben presente che vi state perdendo un bel pezzo della storia e, finalmente, ve la sta raccontando una che sta al di là e al di qua (uhhh sì… la mia bi-razzialità mi ha dato il dono dell’ubiquità – pensate un po’!!!) della barricata “noi-voi” che ci state propinando da anni. E, badate bene, che non sono la portavoce di nessuno! Chi pensa questo mostra una mancanza di comprensione, empatia e rispetto per l’individualità di ogni persona. Ognuno di noi vive l’argomento parrucca (come tutte le miriadi di altre argomentazioni) in base al proprio gusto, al proprio motivo ed alle proprie esperienze. Non siamo tutte uguali, come non lo siete voi. (La sacralità della contrapposizione Noi-Voi).

Perché c’è questa associazione donne nere-parrucche? Perché si ritiene che SOLO le donne nere indossino le parrucche?

Lo stile e l’estetica possono svolgere un ruolo importante nel costruire e mantenere sentimenti di fiducia in sé stessi e le parrucche hanno incredibili poteri di trasformazione. Per molti, sono più che semplici “capelli finti”: sono uno stile di vita. Alcuni usano le parrucche per provare una personalità completamente diversa da quella della loro vita quotidiana, come in alcuni tipi di feste. Altri per motivi religiosi,  come in alcune comunità ebraiche ortodosse. Altri, ancora, trovano che le parrucche fungano da protezione dei propri capelli in crescita, magari fragili e non proprio foltissimi. Qualsiasi siano le ragioni, è un dato di fatto che le indossano, indistintamente tutte, bianche e nere.

Eppure, quando si parla di parrucche, l’associazione al mondo black (alle donne nere) diventa automatico, come se, la correlazione negativa fosse qualcosa di sbagliato, quando, in realtà, tutti i tipi di persone indossano parrucche.

E in alcuni casi, le persone si sentono così autorizzate da chiedere alle donne di colore (non certo a quelle bianche), se i loro capelli sono finti. Grandissima è stata Ariana Grande quando le chiesero, pubblicamente, se la sua coda di cavallo fosse una parrucca e lei, con nonchalance e ironia, rispose: “Sì Grazie, l’ho appena comprata” – e la gente l’ha applaudita per questo.

I tuoi capelli sono finti?” è una di quelle domande che, se proprio si vuole fare, si dovrebbe farla a tutti i visibilmente sospetti, di ogni genere, età, bianchi o neri siano. Invece, dal momento che si ritiene che i capelli afro siano “disordinati” e “non professionali”, appena si vede un’acconciatura ordinata, in una donna nera, si è portati a presumere, automaticamente, che ogni donna nera che si incontra,  indossi una parrucca.

Queste ipotesi, vere o meno, danneggiano la percezione delle donne di origine africana nella società. La cultura popolare spesso cita la nostra propensione per i capelli finti, così come la nostra presunta rumorosità o maleducazione, come giustificazione per relegarci all’ultimo gradino di una gerarchia sociale che si sta ancora riprendendo dalla rovina del colonialismo. Non è difficile capire perché la scortesia perpetuata nei nostri confronti, in questa domanda, sia dannosa, ma indossare una parrucca non è un evidente fallimento morale. E’ ormai accettato da molti come una scelta di vita, anche se apparentemente superficiale. Tuttavia, molte donne di colore, quando indossano le parrucche, sono viste come vanitose e ingannatrici, mentre, quando portano i capelli in modo naturale, sono viste come trasandate e spettinate e vengono discriminate sul posto di lavoro o a scuola. I posticci da loro indossati vengono visti come una forma di inganno, quando l’inganno estetico e comportamentale è praticamente caratteristica in tutte le interazioni nella società.

In America, per secoli, i nostri capelli afro sono stati oggetto di critiche.  Sapere di non avere il controllo di come crescono i propri capelli né la libertà di indossarli e proteggerli senza subire continuamente delle critiche, è una vera e propria discriminazione. C’è un’intera industria che ha fatto fortuna grazie alla discriminazione sui capelli. Trattamenti chimici come stirature, extension per capelli e parrucche, sono stati tutti creati a causa di questo disgusto per la consistenza dei capelli Afro.

In America, la continua ossessione per i capelli Afro risale alla schiavitù. Quando gli africani furono ridotti in schiavitù e portati negli Stati Uniti, molte delle loro teste furono rasate per prevenire la diffusione dei pidocchi, ma anche per cancellare la loro cultura e identità, come forma di assimilazione. Questo stigma è continuato nel corso degli anni.

L’invenzione di prodotti come le stirature per capelli, i trattamenti chimici e i pettini caldi sono stati utilizzati per lisciare i capelli dalla consistenza afro, al fine di imitare i capelli caucasici. In effetti, molti posti di lavoro e spazi pubblici non accettavano le acconciature indossate dalle persone di colore. I codici di abbigliamento non menzionavano i doveri di ciascuna razza, ma vietavano le acconciature indossate dai neri sul posto di lavoro. Fino al 2017, alle donne nell’esercito era vietato indossare acconciature naturali tra cui i dread-locks, e le treccine, perché erano etichettate come “spettinate”. Coloro che non seguirono queste linee guida, sono stati costretti a tagliarsi i capelli o indossare parrucche. E così, anche in Sud Africa, dove alcune bambine sono state sospese da scuola perché indossavano treccine o dreadlocks. Alcune donne ritengono che i propri capelli Afro le abbiano definite, perché l’oppressione sistematica ha permesso ciò. Altre vanno affermando, con orgoglio, che i propri capelli danno grande potere e attraverso ogni nodo e riccio continueranno a raccontare la storia Black.

Alcune professioniste nere si trovano, ancora oggi, ad affrontare discriminazioni, sia per la loro razza, che per il loro essere donne e, vista la diffusione del problema, sono considerate delle vere e proprie “microaggressioni”, nonostante si manifestino spesso in piccole e sottili azioni negative. Fare domande sui suoi capelli, a una collega nera, è una microaggressione. Insinuare che i suoi capelli naturali siano “disordinati” o “non professionali”, è un’aggressione totale. Entrambi implicano che i capelli Afro naturali, siano “inferiori” e che i capelli caucasici siano l’impostazione sociale predefinita. Essere insistentemente questionati sul cambio di acconciatura o il desiderio di molti nel voler toccare i capelli (a volte senza chiedere, comprensibile sotto l’aspetto della curiosità, ma decisamente un gesto ignorante), farebbe sentire chiunque come l’animale domestico della situazione. E quando si fa notare la stupidità del gesto, si innesca quella sorta di aggressività in cui molte donne vengono viste come “eccessivamente drammatiche” per averlo portato all’ attenzione del proprio interlocutore; il che significa che l’aggressore mantiene tutto il controllo, il più delle volte sotto forma di azione “ben intenzionata”, e l’aggredito deve affrontare la sensazione di essere indebolito. Eppure la questione dei capelli, nel posto di lavoro , è una di quelle cose senza senso che in alcune società, vengono ancora tollerate.

C’è anche da dire che la scelta di indossare parrucche è anche data dal fatto che alcuni tipi di capelli naturali sono “difficili” da gestire quotidianamente, per molte donne, che vogliono sentirsi belle ed in ordine.  Il che significa styling. Il che significa tempo e lavoro. Alcune donne non hanno così tanto tempo da dedicare a farsi i capelli ogni giorno, quindi scelgono di indossare una parrucca, pettinarla ed uscire di casa.

Ecco perché molte persone, non solo le donne di colore, indossano parrucche o si fanno intrecciare i capelli. Meno manutenzione quotidiana.

La maggior parte delle donne di colore li indossa perché piace. Uhhh che bella notiziona vi do! No! Non sono brain-washed. Semplicemente hanno un gusto estetico che non è il vostro. Hanno pagato fior di quattrini per avere l’ultima fashion brasiliana e a loro piace cambiare acconciatura di frequente. Ciò non significa che siano donne dai bassifondi, false o trasandate. Questo è un presupposto ignorante. E un commento offensivo. Ancora oggi, intorno alle donne nere che indossano parrucche e intrecci, vi è un stigma di vergogna: se lo indossano vengono derise, prese in giro, chiamate “zoccole del ghetto“.

La società spesso richiede di fingere di essere più attraenti di quanto si è normalmente, è vero; ci si trova ad ingannare sé stessi, non come una conseguenza dell’insincerità,  ma, quasi, come un obbligo. Ma nel farlo dobbiamo tenere conto che la nostra preferenza collettiva per le apparenze “stereotipate”, rende innaturale l’orgoglio che dovremmo avere per noi stessi e l’accettazione di chi siamo, al di là delle apparenze. Assoggettarsi ad una Società che continua a giudicare le persone che stanno semplicemente cercando di apparire nel modo in cui vogliono apparire, non è il modo migliore per combattere questo insulso giogo.

Le parrucche sono un modo semplice per cambiare il proprio look, senza dover cambiare un taglio o un colore. La pressione data dal giudizio di accettare, senza problemi, per esempio, le parrucche rosa di Dolly Parton e non quelle di Nicki Minaj, è davvero intollerabile.

Per i neri, le parrucche erano (ERANO!!!) un atto di assimilazione, e ora con la spinta gloriosa del movimento naturale dei capelli, le parrucche sono un’espressione, viste come accessori accettabili piuttosto che una copertura o qualcosa di cui vergognarsi. Ora usiamo le parrucche come corone, NON COME ASSERVIMENTO agli ideali occidentali. Quando una persona di colore indossa una parrucca, il suo desiderio è diventare una persona diversa. Ci si infila la parrucca come si porta una borsetta, per abbinarla a qualunque cosa indossi. L’obiettivo principale, è che si abbinino alla propria consistenza di capelli e che completi il proprio look. Tant’è vero che moltissime donne nere rimangono fedeli alla parrucca Afro, per ciò che rappresenta: ribellione contro l’assimilazione che una volta si cercava, la celebrazione dei capelli Afro e, in generale, la propria bellezza nera.

Io sono dell’idea che chi sceglie di indossare questo accessorio, bianca o nera sia, abbia delle ottime motivazioni pratiche, oltre che estetiche.

Cambiamo quotidianamente il nostro trucco, perché non i nostri capelli? E vale per tutti!

Non dovremmo parlare del motivo per cui le persone amano  indossare le parrucche, ma trovo che a corollario del ragionamento fatto fino a qui, vi sia un diritto legittimo di indossarle e di trovare pure, tangibilmente, dei motivi validi per farlo, a contrario di chi , invece, sostiene che non si dovrebbe indossarle perché:

  • Le parrucche possono cadere (vero, se non le attacchi correttamente).
  • Le parrucche non sembrano naturali (vero solo se non ti prendi cura della tua parrucca).
  • Le persone sapranno che indossi una parrucca (molto falso).

Sei motivi per indossarle:

  1. Indossare parrucche consente di risparmiare denaro. E’ vero che fai un investimento iniziale apparentemente esoso, ma a conti fatti, le pieghe settimanali, i tagli, il colore e i prodotti per lo styling portano via un sacco di quattrini. Le parrucche, al contrario, devono essere sostituite solo ogni sei o dodici mesi (a seconda della qualità della parrucca e di come te ne prendi cura).
  2. Le parrucche mascherano il diradamento dei capelli. La perdita dei capelli tra le donne è molto più comune di quanto la maggior parte delle persone pensi e non sono solo le donne anziane ad essere colpite. Le donne più giovani possono sperimentare la caduta dei capelli a causa di aumento o perdita di peso, stress, malattia o effetti collaterali post-partum. Esistono molti sieri, trattamenti e terapie per il trattamento della caduta dei capelli, ma nessuno di questi affronta l’impatto emotivo della perdita dei capelli. I nostri capelli fanno parte della nostra personalità, certamente, ma un nuovo look può far davvero miracoli.
  3. Le parrucche ti permettono di cambiare il tuo stile ogni volta che vuoi.Se ti piace cambiare spesso il tuo stile, le parrucche sono la strada da percorrere. Ti permettono di provare tutti i nuovi stili che vuoi, quando vuoi, senza danneggiare i tuoi capelli naturali.
  4.  Indossare parrucche ti fa risparmiare tempo.Pare che, in media, le donne trascorrano sei anni interi a sistemarsi i capelli nel corso della loro vita.Le parrucche ti offrono stili di qualità da salone in una frazione del tempo necessario per modellare i capelli naturali. Tutto quello che devi fare è pettinarti la parrucca, scuoterla, metterla in testa e uscire dalla porta.
  5. Le parrucche proteggono i tuoi capelli naturali.I ferri arricciacapelli danneggiano i capelli.Le piastre danneggiano i capelli.Gli asciugacapelli danneggiano i capelli. Lacca, mousse e gel danneggiano i capelli.La maggior parte degli strumenti che usiamo per modellare i nostri capelli li danneggiano in qualche modo. Se i tuoi capelli sono diradati o danneggiati, danneggiarli ancora di più è l’ultima cosa che vuoi fare. Indossare una parrucca, non solo protegge i capelli naturali sotto la parrucca, ma incoraggia anche la ricrescita. Le parrucche, letteralmente, danno una pausa ai tuoi capelli, permettendo loro di ricrescere più forti e più lunghi che mai. Assicurati solo di indossare il giusto tipo di parrucca se stai cercando di far ricrescere i capelli. Scegli una parrucca realizzata con un berretto traspirante, come una parrucca piena di pizzo o una parrucca annodata a mano, che dia alla tua pelle spazio per respirare sotto la parrucca. Se la tua parrucca copre completamente la tua pelle, gli oli naturali si accumuleranno e ostacoleranno la ricrescita dei tuoi capelli.
  6. Le parrucche sono l’unico rimedio per garantire un’ottima tenuta tutto il giorno.Niente influisce su come ci sentiamo riguardo al nostro aspetto più dei nostri capelli. Quando i capelli stanno bene, ci si sente bene. Chiaro e semplice.

Vi lascio con il terzo ed ultimo interessante quesito: la mia amica Byjoux, Camerunense, parrucchiera, si occupa di intrecciare, con il metodo ago/filo, extentions al 70% delle sue clienti, che … indovinate un po’???? Sono tutte bianche italiane!!!! Secondo voi… come gliela spieghiamo sto fenomeno al parterre italiano? Chiedo alla testata Libero o Il Giornale se mi danno il diritto di replica??? 🙂

 

@Wizzy, Afro Bodhisattva, Entrepreneur, Multipotentialite Wantrepreneur, Physical Anthropologist, Freelance researcher of African Studies, culture, tradition and heritage, CEO Dolomite Aggregates LTD and Founder IG MBA Métissage Boss Academy ,  MBA Metissage & Métissage SangueMisto. 

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