La grande differenza biologica è tra individui, e non tra popolazioni.

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Perché il concetto di razza è scorretto?

«Perché le razze sono un prodotto di selezione artificiale ottenuto con incroci mirati. Nell’uomo le razze non esistono per più ragioni: la fondamentale è che siamo una specie molto giovane e ci siamo divisi solo centomila anni fa in diverse popolazioni. Quattromila generazioni sono un’inezia rispetto ai tempi lunghi dell’evoluzione. Non c’è stato un tempo sufficiente a generare varietà diverse. Tanto è vero che la grande differenza biologica è tra individui, e non tra popolazioni. In cultura, all’interno di una popolazione c’è omogeneità di lingua tradizioni, costumi, il divario è minimo».
Sì, ma un europeo è palesemente diverso da un asiatico o da un africano…
«La differenza riguarda l’esterno del corpo, che si interfaccia con l’ambiente. È l’ambiente, è il clima, è l’alimentazione a renderci esteriormente diversi, ma gli uomini sono più simili di quanto non si pensi».
Culturalmente e biologicamente, che cosa caratterizzerà (e salverà) il nostro futuro?
«Il meticciato, l’incrocio tra le popolazioni, lo scambio di culture e di geni. Tutto, nella vita, si fonda sul rapporto tra essere vivente e ambiente. Evoluzione, del resto, questo significa: miglioramento della capacità di interazione con l’ambiente. In cultura e in natura, hanno più valore gli ibridi. Oggi l’ibrido più interessante che conosca si chiama Barack Obama».
 
Intervista a Francesco Cavalli Sforza.(Antropologo)

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